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martedì 18 luglio 2017

UNA NUOVA EPOCA DEL CIVISMO? PRIMA PARTE


Belluno, Padova e Verona disegnano un Veneto dei sindaci senza partiti? L’articolo proposto da “La difesa del popolo” dello scorso 30 giugno tratteggia quella che viene chiamata una “nuova epoca del civismo”: a Verona il primo partito della nuova maggioranza è rappresentato dalla lista formatasi a sostegno di Sboarina, a cui si aggiunge il peso politico importante della lista civica dell'ex sindaco Tosi; a Padova le liste civiche che hanno contributo all'affermazione di Giordani entrano in consiglio comunale con ben tredici rappresentanti, mentre nell'assemblea comunale di Belluno sono soltanto tre i rappresentanti dei partiti nazionali.

L’articolo a firma di Guglielmo Frezza riporta alcune riflessioni di Gianni Saonara, già parlamentare e attento studioso dei comportamenti elettorali: «Una volta le liste civiche erano la soluzione più idonea per i piccoli centri, ed era comunque quasi sempre facile determinarne l’orientamento politico guardando le biografie dei candidati. […]”.
Oggi lo «scenario può essere foriero di nuovi stimoli e rivitalizzare la vita municipale […]» e non si può che guardare con positività «a un’esperienza che è segno di auto-organizzazione della società rispetto ai partiti e che ha saputo mobilitare energie e competenze. La vera scommessa, oggi, è capire come si muoveranno quando ci sarà da prendere decisioni che chiamano in causa le politiche regionali […]».
La lettura del “panorama civico” porta alla conclusione che, mentre un tempo l’elettorato era fidelizzato, oggi «il voto è assolutamente libero da vincoli, legami e storie», in una situazione generale in cui «i partiti hanno più parlamentari che consiglieri comunali, e sappiamo che i primi sono spesso più legati a Roma che alla loro città. Ma in queste condizioni come si “abita” un territorio? Come si seleziona una classe dirigente?»
Lo spunto conclusivo pone dunque delle questioni che si aprono al panorama più ampio e complesso dello scenario nazionale e contengono elementi noti anche se non esplicitati direttamente in questo contesto, primo fra tutti la crisi profonda della democrazia dei partiti generata dal crollo della prima Repubblica e perpetuatasi in tutta la parabola della cosiddetta seconda Repubblica.
Al punto che c'è anche chi guarda alle liste civiche con sospetto, talvolta fondato, accusandole di essere "partiti mascherati" o strumento di consenso dei partiti stessi. Ma ciò non toglie che vi siano esperienze civiche non marginali che rispondono al concetto vero di "civismo":
"una visione della vita sociale e politica che si propone
di unire gli abitanti di una collettività
intorno ai valori positivi della vita associata,
aggregando individui che, provenienti da diversi ambiti sociali,
collaborano per raggiungere un obiettivo comune
legato alla tutela ed alla gestione dei beni appartenenti alla stessa comunità"
(Wikipedia).






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